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Va avanti in tutta Italia la campagna del PCI e delle forze della sinistra di classe

L’elevato stato di degrado del nostro Servizio Sanitario Nazionale è dovuto a convergenti processi di privatizzazione del diritto alla salute e all’imposizione di numerosi “lacci e lacciuoli” alla sanità pubblica (aziendalizzazione, numero chiuso a Medicina, ticket, blocco del personale al 2004, libera professione intramoenia, gestione più che mediocre delle liste d’attesa…).

Tale complesso di fattori produce una caduta della qualità dei servizi, poiché in primo luogo si nega l’equità di accesso ai servizi, determinando sia la spoliazione dell’offerta socio-sanitaria nei piccoli comuni, nei territori periferici e nelle periferie, sia la capacità di presa in carico efficace nei servizi delicati (salute mentale, salute minori, consultori, etc..); di conseguenza, viene meno un concetto cardine del SSN, quello della prevenzione. Ai servizi privati conviene più accrescere il numero di pazienti paganti piuttosto che promuovere la salute pubblica e il meccanismo cinicamente aziendale si applica anche al personale, sempre più scarso e selezionato con procedure di concorrenza al ribasso, che subisce spesso il mancato rispetto di regole contrattuali di base e dei requisiti minimi di sicurezza. Si tratta di effetti dirompenti dell’invasione del privato nella sanità pubblica ma sembra che non incidano minimamente, al momento, nel dibattito sull’emergenza salute nel nostro Paese.

In questa complessa e delicata situazione il PCI lancia una campagna nazionale di raccolta firme per una legge di iniziativa popolare sull’abolizione dei ticket sanitari che si concluderà a metà dicembre.

La prima indicazione che si trova entrando in un presidio sanitario pubblico è quella per la cassa ticket. Il messaggio è chiaro: bisogna pagare. Noi sosteniamo invece che pagare il ticket è ingiusto perché si accede al Servizio sanitario non per un capriccio o una scelta personale, ma dopo una visita del medico di base o di uno specialista esente da conflitto di interessi e persona di fiducia del cittadino, che ha ritenuto, in scienza e coscienza, che quella persona deve svolgere degli approfondimenti diagnostici o specialistici.

Pagare il ticket è ingiusto perché il cittadino ha già pagato, con le tasse, il diritto a essere curato bene e in tempo utile dal Servizio Sanitario e gli amministratori della sanità pubblica sono pagati per garantire questo diritto. La legge istitutiva del SSN stabilisce che la sanità pubblica sia finanziata dalla fiscalità generale in modo progressivo: è giusto che chi ha di più paghi di più, così come è giusto che chi sta peggio in salute riceva tutte le cure di cui ha bisogno. È quello che tutti noi vogliamo che accada, per esempio con i malati oncologici: i costi esorbitanti di radioterapie e chemioterapie sono insostenibili per la stragrande maggioranza della popolazione, eppure nessuna persona civile si sognerebbe di negare loro questo diritto.

A chi dice che i soldi non ci sono, facciamo notare che poco meno di 300.000 persone in Italia (lo 0,1% degli italiani più ricchi) hanno una ricchezza tre volte superiore a quella dei 25 milioni di italiani più poveri. E le banche nel 2023 hanno fatto ben 28 miliardi di euro di profitti!

Nella sostanza i ticket sanitari servono a orientare verso i servizi sanitari privati una quota importante della domanda di salute, facendola diventare una occasione di arricchimento per chi gestisce i servizi privati, che altrimenti avrebbero ben pochi “clienti”.

Ogni anno le leggi finanziarie impongono limitazioni al funzionamento del SSN, con il chiaro intento di favorire l’espansione dei servizi privati in modo da rendere “conveniente” per il cittadino rivolgersi al privato: una convenienza che ci costa ormai 700 € a testa ogni anno. Noi comunisti invitiamo le forze politiche, sindacali e associative che condividono il principio di una sanità pubblica, universale, gratuita, di qualità e finanziata tramite la fiscalità generale a unirsi a noi in questa battaglia: le coalizioni della sinistra di classe in Emilia Romagna, Liguria e Umbria hanno sposato questa causa in occasione delle prossime elezioni regionali.

Si può sottoscrivere al comune, presso i banchetti del Partito
e con lo SPID con il link

https://lc.cx/q2-_u3

Carlo Romagnoli
PCI Dipartimento Welfare, salute, sanità e servizi sociali.